CIRCUS
Ognuno di noi custodisce nella propria mente spazi immensi e inesplorati, dove si racchiudono i nostri desideri e sentimenti più reconditi, che non perlustriamo mai, perché ciò che potremmo trovare ci atterrisce e paralizza.
Il progetto fotografico “Circus” racconta, vive e si immerge in quello spazio surreale, dove realtà, arte, luci ed ombre si fondono in un connubio potente. Esso descrive in immagini un mondo discosto ma vicino, vivo ma apparentemente in declino, vero e verosimile al tempo stesso, quello del microcosmo che racconta il grande spettacolo della follia.
L’ambientazione, infatti, è essa stessa peculiare. Si tratta dello Psichiatric Circus, un circo psichiatrico messo in scena dagli attori, acrobati e performer del Noveau Cirque, una compagnia che si ispira ai giochi di luce e alle illusioni del Cirque du Soleil, ma che aggiunge ai propri spettacoli espedienti nuovi e di grande teatralità per coinvolgere ed estasiare il pubblico.
All’interno di questo grande spazio, fisico quanto metaforico, le gabbie non contengono tigri, leoni o cerchi infuocati, ma raffigurazioni di individui dissennati e deliranti, che la stessa società civile potrebbe definire folli, ma che, forse, ha contribuito a farli divenire tali.
Nessuno di loro, all’apparenza, sembra essere mai più uscito da lì per tornare alla sua vita di prima, quella da cui, in un oscuro passato, sembra essere stato rinnegato. Forse nessuno è mai guarito, oppure, semplicemente, ha voluto farlo. Nessuno conosce l’autentica verità.
Il reportage, tuttavia, denuncia anche una verità difficile e figlia dei nostri tempi: la decadenza degli spettacoli circensi in favore degli effetti speciali di nuova generazione. Sembrano questi, infatti, gli unici mezzi con cui l’uomo moderno possa ancora riuscire a stupirsi e rimanere incantato. In tutta questa tecnologia, però, sono le emozioni suscitate dai nostri simili a rimanere più autentiche, poiché in essi possiamo riconoscere la stessa umanità che ci accomuna e che ci riunisce, materialmente e fisicamente, sotto lo stesso tendone.